Una
text based performance di Marcella Vanzo per Gogmagog
Con: Cristina
Abati e Carlo Salvador
Voce:
Tommaso Taddei
Luci:
Antonella Colella
Produzione:
Gogmagog, con il contributo di Regione Toscana - Sistema Regionale
dello Spettacolo e il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro e Teatro
Studio Krypton
L’artista
Marcella Vanzo e la compagnia Gogmagog di nuovo insieme, questa volta
per presentarci Cappuccetto
Osso, una performance
cruda e immaginifica.
Mitologia
del contemporaneo, che contrappone due famosi personaggi: una
dolce bimbetta che al solo vederla le volevan tutti bene e
un uomo solo e
dimenticato, che vuole disperatamente dimostrare di essere vivo.
Una nuova riflessione sulla coppia, tutt’altro che dolce.
Cappuccetto
Rosso e Travis Bickle, meglio noto come Taxi Driver si incontrano nel
bosco. Lui è un lupo tirato a lucido e lei una ragazzina che a tutti
costi vuol credere all’amore.
Lui è
un essere mitologico, una bestia con la bava alla bocca, che parla
solo con le parole di un film. Lui è De Niro, è certo di esserlo.
Lei
mischia yoga, pistole e arcobaleni, smalti colorati e amori marciti.
Di fiabesco è rimasto molto molto poco.
Lui
s’impillola e balla.
Lei
canta, si eccita e poi cambia idea e scappa: no il lupo, no.
M’ama,
non m’ama, il loro è un gioco pericoloso, in bilico tra una rabbia
fottuta e una paura sempre più grande, la miccia è accesa, l’amore,
ma quale amore? esplode.
La
voce sinuosa di Perrault li accompagna e li incita, li spinge in
fondo alla più primordiale delle favole, nel vortice di un bosco
rosso fuoco, dove le Magnum 44 si alternano a quasi baci e Paradise e
Furia accompagnano persino una rima del Poliziano.
Cappuccetto
Osso è un esperimento
basato sull’incrocio di testi già scritti, di mito presente,
concepito apposta per Carlo Salvador che qui sniffa, ruggisce e
sbava, restituendoci l’animale che Travis Bickle tenta –
inutilmente – di tenere a bada e per Cristina Abati, bimba fuori
scala, ingenua domatrice d’un nefasto bisogno d’amore,
accompagnati, se non istigati, dalla voce complice di Tommaso Taddei.
Cappuccetto
Osso è una performance
d’emergenza, l’invenzione d’un incontro sovrapposto che degli
attori ci restituisce le viscere, catapultando personaggi da fiaba e
cinematografia mitica in un disagio surreale e ironico, tutto
contemporaneo.
Il
cinema scorre in fast forward e la vita non gli sta dietro.